ASTRINews – La grande sfida delle materie prime
L’aumento esponenziale del consumo di materie prime, sempre men disponibili, è sul lungo periodo insostenibile. Senza contare l’impatto ambientale della loro estrazione e trasformazione. Una riflessione sulle strategie di approvvigionamento sicuro e sostenibile.
L’articolo di Rigeneriamo il territorio:
La crescita della popolazione e l’adozione di stili di vita improntati al consumismo comportano un uso sempre più elevato di materie prime. La popolazione mondiale è aumentata con ritmo esponenziale negli ultimi 100 anni: da 2,5 miliardi di abitanti nel 1950 abbiamo raggiunto, nel 2022, gli 8 miliardi, con proiezioni di oltre 10 miliardi di persone al 2100. Oggi l’economia mondiale consuma 100 miliardi di tonnellate di materiali all’anno e l’andamento di aumento nel consumo di risorse porterà, secondo l’OCSE, ad un consumo di 190 miliardi di tonnellate di materiali al 2060.
Secondo uno studio UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) il consumo delle risorse naturali complessive è più che triplicato dal 1970 al 2017 ed il consumo pro-capite è quasi raddoppiato: il consumo di minerali non metallici (per la maggior parte sabbia, ghiaia e argilla) è passato da 9 a 44 miliardi di tonnellate, il consumo di combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale) è più che raddoppiato ed il consumo di biomassa è quasi triplicato.
Questo elevato consumo di risorse ha un impatto socio-economico e ambientale non trascurabile, se si considera che le risorse non vengono prodotte in maniera omogenea in tutti i Paesi del globo, con potenziali distorsioni sul loro mercato e la loro disponibilità. Inoltre, i processi di estrazione e trasformazione delle risorse sono responsabili per il 90% della perdita di biodiversità e dello stress idrico e per circa metà delle emissioni di gas serra globali.
E’ urgente mettere in campo azioni per promuovere la transizione verso modelli di produzione e consumo più sostenibile e circolari, basati su un approccio che dia più valore alle risorse e che allunghi la vita di materiali e prodotti, adottando uno stile di vita più virtuoso, fondato sulla cultura dell’efficienza, del riuso e del riciclo.
Le iniziative dell’Europa e dell’Italia per le materie prime
L’attenzione dell’Europa sul tema delle materie prime nasce circa 15 anni fa, con l’Iniziativa europea sulle materie prime del 2008. Da allora, sono stati messi in funzione diversi strumenti operativi per affrontare il tema dell’approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime, secondo un approccio basato su tre pilastri principali:
- estrazione primaria sostenibile;
- riciclo;
- sostituzione.
Sono inoltre state individuate le cosiddette materie prime critiche, ovvero quelle materie prime necessarie per il sistema produttivo europeo il cui approvvigionamento è dipendente da Paesi extra europei a rischio di instabilità geo politica. La lista, elaborata la prima volta nel 2011 con l’individuazione di 14 materie, viene aggiornata ogni tre anni, e nel 2023 è arrivata ad identificare 34 materie prime critiche.
La crisi pandemica prima, e la guerra in Ucraina successivamente, hanno acuito la criticità delle catene di approvvigionamento di numerose materie prime, indispensabili non solo per la transizione energetica e digitale, ma anche per la sicurezza nazionale.
L’iniziativa di rilievo più recente è il Critical Raw Materials Act, il Regolamento europeo sulle materie prime che diventerà cogente a partire dal 2024. Il Regolamento, sulla base dei principi di sostenibilità, stabilisce che:
- almeno il 10% delle materie prime critiche consumate dovrà essere estratto in Europa;
- almeno il 25% delle materie prime critiche dovrà arrivare da attività di recupero e riciclo.
In Italia, la tematica delle materie prime critiche è seguita dal Tavolo nazionale italiano sulle materie prime critiche, che opera sotto il coordinamento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, mediante 4 Gruppi di Lavoro: “Analisi dei fabbisogni” coordinato da RSE (Ricerca sul sistema energetico) e Confindustria, “Mining” coordinato da ISPRA, “Ecodesign” e “Urban mining” coordinati da ENEA.
La Piattaforma italiana del fosforo, istituita con Decreto del Ministero per l’Ambiente nel novembre 2018 e gestita da ENEA, è un tavolo tematico al quale partecipano imprese, istituzioni e associazioni, che mira a chiudere il ciclo del fosforo, materia prima critica per l’Europa e di fondamentale importanza in molteplici applicazioni, con l’obiettivo finale di ridurre la dipendenza del nostro Paese nel suo approvvigionamento. L’approccio è esteso all’intera catena di valore, con approfondimenti su aspetti di mercato, normativa e migliori tecnologie disponibili.