Fast Fashion nel cestino? – L’Articolo di Euronews che parla di PRATO

Fast Fashion nel cestino

L’Articolo di Euronews che parla di PRATO

“Should we put fast fashion in the recycling bin? “ – Fast Fashion nel cestino?

Tradotto dall’articolo originale:

Dovremmo mettere il fast fashion nel cestino? […]

L’industria tessile è una delle più inquinanti al mondo. Prospera nei negozi luminosi e nei centri commerciali: abbigliamento economico e fast fashion. La produzione è esplosa in tutto il mondo, e con essa le emissioni tossiche del settore ed i devastanti impatti ambientali. Quindi è tempo di ripensare a tutto ciò che indossiamo?

Secondo la Commissione Europea, nel 2022, il consumo di tessili in Europa ha il quarto più alto impatto sull’ambiente e sui cambiamenti climatici, dopo cibo, alloggio e mobilità. L’industria tessile è il terzo consumatore di acqua e il quinto per utilizzo di materie prime primarie e per le emissioni di gas serra.

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Compriamo sempre più vestiti, ma durano la metà. Spesso finiscono in discariche, lontano dall’Europa, lontano dagli occhi e dal cuore. In Europa, meno della metà degli indumenti usati viene raccolta per essere riutilizzata o riciclata quando non è più necessaria, e solo l’ 1% finisce per essere riciclato in nuovi indumenti .

Ciò lascia una grande domanda: è ancora possibile un cambio di paradigma sostenibile?

La città italiana di Prato non è estranea al riciclo della lana. Situato a pochi chilometri dalla capitale rinascimentale di Firenze, è stato un centro tessile europeo fin dal Medioevo ed è anche un polo dell’economia circolare.

A causa di una vecchia legge che vieta l’importazione di lana grezza, la città è diventata leader nel riciclaggio del materiale, producendo il 15% dei tessuti riciclati del mondo. 

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Una volta selezionata per colore, la lana viene ridotta in fibra e rigenerata dalle macchine. Dopo essere tornata allo stato di materia prima, verrà miscelata per realizzare filati e tessuti che riappariranno in nuovi abiti. Valore aggiunto, l’acqua utilizzata nel processo viene riciclata e riutilizzata, chiudendo il ciclo.

L’economia circolare è al centro della strategia tessile sostenibile dell’Unione Europea, che mira a imporre l’uso di fibre riciclate e incoraggiare l’eco-design. 

Per Fabrizio Tesi […] questa politica è la via da seguire per essere più responsabili con la nostra produzione di abbigliamento.

“Quando progettiamo un capo, dobbiamo pensarci in modo tale che quando la sua vita finisce, possa essere facilmente riparato, riciclato e riutilizzato. È quello che chiamiamo il cerchio magico dell’economia circolare. Oggi abbiamo una grande opportunità. Il Green Deal e l’Europa ci stanno mostrando la strada. L’invio di attrezzature al settore del riciclaggio potrebbe fornire molto lavoro a molte persone”, afferma.

In che modo l’UE sta affrontando l’inquinamento legato al settore tessile?

Ma le persone hanno ancora bisogno di acquistare vestiti che siano veramente sostenibili.

L’UE sta studiando l’idea di un “passaporto” basato su codice QR che aiuterebbe a combattere il “greenwashing”Fornirà informazioni come la riciclabilità e l’impatto ambientale. 

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