La débâcle di Lvmh deprime il lusso

 

La débâcle di Lvmh deprime il lusso

L’articolo di Milano Finanza News

Il settore scivola sui listini europei dopo che il colosso di Bernard Arnault ha riportato la peggiore performance dalla pandemia. Salvatore Ferragamo continua ad arrancare, deboli anche Kering e Hermès. A Wall street invece tiene Zegna

La delusione innescata dall’ultima trimestrale di Lvmh ha investito in pieno il settore luxury. Scatenando durante la giornata di ieri un’altra serie di vendite su tutte le piazze europee. «Quest’anno il rosso non è solo la firma di Valentino, ma anche il colore dominante nelle performance di borsa del settore fashion», ha commentato Gabriel Debach, Italian market analyst di eToro, dopo l’ultima seduta, che ha visto scivolare in territorio negativo tutti i titoli dell’alto di gamma all’indomani della pubblicazione della peggiore performance finanziaria dal secondo trimestre 2020 del colosso di Bernard Arnault.

Martedì sera il gruppo francese ha dato il via a una nuova stagione di trimestrali del lusso assieme a Salvatore Ferragamo, delineando uno scenario a tinte ben più fosche di quanto temessero gli esperti e rivelando la reale portata del crollo della domanda da parte dei consumatori cinesi. Una debolezza costata per la prima volta dalla pandemia un calo del 5% ai ricavi della divisione più redditizia di Lvmh, quella del Fashion & leather goods che comprende Louis VuittonDiorFendiLoewePucci Loro Piana, che si è fermata sotto i 30 miliardi di euro superati nel terzo trimestre dell’esercizio 2023 deludendo le attese degli analisti, che si aspettavano una crescita benché lieve. Risultati «chiaramente negativi per il settore in vista della stagione dei bilanci del terzo trimestre e di periodi chiave per le vendite come il Natale e il Capodanno cinese», ha osservato Citi.

Il titolo Lvmh ha così lasciato sul terreno 19,2 euro nel corso dell’ultima seduta, terminando la giornata di ieri in ribasso del 3% a 605 euro per azione. Gli analisti di J.P. Morgan hanno sottolineato come l’aggiornamento del terzo trimestre del gruppo non sia riuscito «a tranquillizzare il mercato, indicando che le tendenze sono in realtà più deboli di quanto temuto». Sulla scia di una giornata negativa per le quotazioni del lusso nel vecchio continente, a Parigi Kering si è ripreso sul finale chiudendo poco sotto la parità, mentre Hermès ha ceduto l’1,34%. A Zurigo, anche Richemont è risalito a -0,9% a fine giornata. Chiude in rosso anche Piazza Affari, con Moncler a -0,94%, Brunello Cucinelli a -0,27% e Aeffe a -0,69%.

Si è ripreso invece il titolo Ferragamo, che dopo il crollo in apertura di seduta ha chiuso a +0,23%. «Con un drawdown di oltre il 76% dai suoi massimi storici e un calo superiore al 47% da inizio anno, Ferragamo arranca, facendo leggermente meglio solo di Burberry (-54% da gennaio) tra le principali case di moda», ha osservato Debach. «Sei trimestri consecutivi di fatturato in calo su base annua segnano una serie negativa senza precedenti nella storia della società in borsa». Al di fuori dell’Europa, a Hong Kong Prada ha archiviato l’ultima seduta a +2,15%, mentre a New York il settore si mostra in tenuta con Zegna oltre il +2% e Ralph Lauren a +1% a metà seduta.