La legislazione potrebbe “frenare il riciclaggio dei tessili” – intervista a Nate Sponsler su Ecotextile
La testata Ecotextile News ha recentemente pubblicato un articolo a firma di Simon Glover che raccoglie riflessioni e preoccupazioni emerse durante il Forum OCSE sulla Due Diligence nel settore dell’abbigliamento e delle calzature, tenutosi a Parigi. Tra i protagonisti intervistati figura anche Nate Sponsler, direttore del gruppo internazionale AFIRM, da tempo vicino ad ASTRI e attivo in iniziative nel campo di sostenibilità e riciclo tessile.
Le dichiarazioni di Sponsler rappresentano un riconoscimento per il modello pratese e per l’approccio tecnico e scientifico promosso da ASTRI: le sue parole confermano la stima di cui gode la nostra associazione a livello internazionale e la validità del nostro impegno nella costruzione di un’economia circolare reale e pragmatica.
L’articolo affronta tematiche cruciali per il futuro del riciclo tessile – tematiche su cui ASTRI lavora da anni – e sottolinea come, senza una visione legislativa attenta alla specificità dei materiali riciclati, il rischio sia quello di compromettere uno dei settori più promettenti della transizione ecologica. Di seguito, un riassunto del contributo pubblicato da Ecotextile News.
“La legislazione potrebbe “frenare il riciclaggio dei tessili””
Nel corso del Forum OCSE di Parigi, esperti del settore tessile e della sostenibilità hanno espresso forti preoccupazioni riguardo alle nuove normative chimiche in via di adozione in Europa e negli Stati Uniti, che rischiano di ostacolare la crescita del riciclo tessile post-consumo, in particolare quello meccanico.
Secondo Nate Sponsler, direttore di AFIRM, le attuali proposte legislative europee mirano a vietare qualsiasi sostanza chimica classificata come sensibilizzante cutaneo, anche se questa è presente in quantità trascurabili e inattive nei prodotti riciclati. Sponsler sottolinea come molti coloranti tessili moderni, tra cui i coloranti reattivi, siano tecnicamente sensibilizzanti solo nella loro forma chimica pura, ma non dopo l’applicazione sui tessuti. Se tali sostanze venissero vietate senza distinzione, molti tessuti riciclati sarebbero automaticamente esclusi dal mercato, decretando la fine del riciclo meccanico su larga scala.
La critica riguarda anche il fatto che i prodotti riciclati vengano trattati come “nuovi” ai fini normativi, subendo vincoli che non si applicano invece agli stessi materiali se usati in seconda mano. Sponsler definisce questa incoerenza un ostacolo diretto allo sviluppo dell’economia circolare: “Un cappotto di lana vecchio di 15 anni può essere venduto sul mercato dell’usato, ma se lo si vuole riciclare e trasformare in un nuovo prodotto, rischia di diventare illegale.”
Accanto alle considerazioni europee, l’articolo approfondisce anche le problematiche negli Stati Uniti, in particolare legate alla Proposition 65 della California. Come spiegato da Chelsea Murtha, direttrice sostenibilità di AAFA, questa norma non pone limiti quantitativi chiari, ma impone l’obbligo di segnalazione per qualsiasi traccia di sostanze chimiche ritenute pericolose, aprendo la strada a costosi contenziosi legali, anche in presenza di minime quantità rilevate in laboratorio.
Il risultato? Le aziende preferiscono evitare del tutto l’utilizzo di materiali riciclati, per non esporsi a rischi giudiziari, anche quando il riciclo rappresenterebbe una soluzione concreta alla gestione dei rifiuti e alla riduzione delle emissioni.
Altri relatori hanno ribadito come la stragrande maggioranza dei rifiuti tessili (oltre il 95%) sia post-consumo, ma le attuali normative penalizzino proprio quei processi che si occupano di questa frazione, privilegiando invece i flussi industriali pre-consumo, molto più limitati.
La conclusione è chiara: serve una legislazione capace di bilanciare sicurezza e sostenibilità, distinguendo tra i materiali nuovi e quelli riciclati, e considerando l’intero ciclo di vita del prodotto. In caso contrario, il riciclo tessile rischia di bloccarsi sul nascere, proprio quando è più necessario.