Oltre 100 aziende hanno aderito all’Associazione Tessile Riciclato Italiana
Dare un’identità al distretto tessile pratese e valorizzare quello che Prato fa dal 1840, ossia produrre tessuti rigenerati. Sono gli obiettivi principali dell’Associazione Tessile Riciclato Italiana (ASTRI), costituitasi il 2 agosto scorso per volontà di alcuni imprenditori del settore che hanno fatto del riciclato e della sostenibilità i loro punti di forza, e che conta ad oggi già 112 soci. Questa mattina alla Camera di Commercio si è tenuta la prima riunione del gruppo, presieduto da Fabrizio Tesi (ditta Com.I.Stra), alla presenza del sindaco Matteo Biffoni e dei rappresentanti delle associazioni di categoria.
“Associarsi ad ASTRI non è una scelta, ma una necessità – ha spiegato il presidente Fabrizio Tesi -. Le parole d’ordine devono essere riduci, riusi, ricicli. Prato è la capitale mondiale del tessuto rigenerato, ma manca la consapevolezza chiara del valore e delle prospettive di questa storica produzione locale. Il nostro distretto è composto da tante piccole aziende, circa 7.000, per un totale di oltre 34.000 addetti ai lavori. Abbiamo l’economia circolare nel nostro DNA, i grandi brand sono interessati ai nostri prodotti, è necessario ora adeguarsi alla modernità e rendere visibile quello che Prato fa da sempre, ossia trasformare il rifiuto in risorsa”.
ASTRI è un movimento spontaneo e trasversale, non vuole mettersi in concorrenza con altre associazioni, ma collaborare con tutti coloro che operano nel territorio. Sei i soci fondatori: Fabrizio Tesi, presidente (ditta Com.I.Stra); Sauro Guerri, vicepresidente (Progetto Lana); Simone Francioni, segretario (Francioni Fa); Gabriele Innocenti, tesoriere (Filati Omega) e i due consiglieri Riccardo Ciapini (Super Color) e Alessio Beccani (Beccani e Vannucchi). Centododici le aziende che hanno aderito, da lavoranti a passatori, dai vecchi cenciaioli a commercianti di materie prime, ma anche le rifinizioni, le lavorazioni conto terzi in genere, i lanifici e i gruppi tintoriali.
La priorità adesso è ridiscutere una normativa, il DM 264 13 ottobre 2016: “Una normativa troppo restrittiva – ha aggiunto il vicepresidente Sauro Guerri – secondo la quale ogni tipo di sottoprodotto viene considerato rifiuto, ma in realtà non è così. Esiste un’alternativa al rifiuto, ed è quello che Prato fa dal 1840, cioè il rigenerato. Siamo quindi disponibili a partecipare ai tavoli tecnici del Ministero dell’ambiente per ridiscutere insieme questo decreto”.
Sono molteplici e variegati i vantaggi derivanti dalla creazione di un tessuto rigenerato, dai risparmi energetici a quelli ambientali, “Vogliamo certificare il nostro processo – ha concluso il tesoriere Gabriele Innocenti -, riciclare, infatti, vuol dire anche avere materia prima senza la necessità di doverla comprare. Prato ha strutture e impianti che non hanno niente da invidiare al resto del mondo, i tempi sono maturi, dobbiamo unire le forze e valorizzare le enormi potenzialità del nostro distretto”.
Articolo TVP