L’articolo di La Conceria intitolato “Il punto è che le griffe non suscitano più desiderio, ma antipatia” analizza la crescente disaffezione dei consumatori verso i marchi del lusso, evidenziando come fattori economici e sociali stiano trasformando l’ammirazione per le griffe in un sentimento di antipatia.
Aumento dei prezzi: Dal 2019, i prezzi dei prodotti di lusso sono aumentati mediamente del 65%, rendendo molti articoli inaccessibili e generando frustrazione tra i consumatori.
Esaustione dei consumatori: Secondo un report di Bank of America, i consumatori del lusso si sentono “completamente esausti”, indicando una crescente stanchezza nei confronti del settore.
Perdita di desiderabilità: Claudia D’Arpizio di Bain & Company osserva un crescente sentimento negativo verso marchi e prodotti accessibili solo ai super-ricchi, segnalando una perdita di desiderabilità delle griffe.
Fattori esterni: La congiuntura internazionale, caratterizzata da minacce di recessione, guerre doganali e inflazione, contribuisce alla crisi del settore del lusso.
Critiche interne al settore: Inchieste sul caporalato nella filiera lombarda e sulla supply chain della vigogna sudamericana hanno proiettato ombre sull’aura di responsabilità artigianale del settore, alimentando ulteriormente l’antipatia dei consumatori.
L’articolo sottolinea la necessità per le griffe di riconsiderare le proprie strategie, affrontando sia le sfide esterne che le criticità interne, per riconquistare la fiducia e il desiderio dei consumatori.
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